La scelta del vitigno Syrah riannoda il filo di una storia millenaria e propone un vino diverso dai classici toscani che beneficia di un terreno e di un clima perfetto per svilupparsi. Rigore, attenzione al processo produttivo sia in vigna che in cantina, fanno di Maestà di Santa Luce un prodotto tutto da gustare.
Perché proprio Syrah in terra di Sangiovese?
La collina di Maestà di Santa Luce è un'enclave dove clima e tipologia del terreno creano il mix perfetto per coltivare le barbatelle del vitigno. Ci siamo posti come obiettivo quello di dare alla luce un vino diverso dai classici Chianti, Brunello di Montalcino e Nobile di Montepulciano e di ottenerlo mediante una lavorazione molto accurata, sia in vigna che in cantina.
Tra i filari si lavora a mano, ogni fase delle operazioni stagionali viene eseguita senza mezzi meccanici: dalla cimatura, alla potatura, ai periodici prelievi a campione prima della raccolta, per verificare livello di maturazione e qualità delle uve, fino alla vendemmia stessa. Niente diserbanti nelle nostre vigne-giardino per consentire alle viti di trovare naturalmente l'equilibrio della loro vigorìa. Minimi i trattamenti stagionali e nei mesi antecedenti alla raccolta rigorosamente in linea con le disposizioni dell'agricoltura biologica.
Decine di persone tra i filari raccolgono a mano i grappoli che sono sottoposti a una selezione preliminare in vigna per poi essere adagiati in cassette di legno e subito trasferiti in cantina dove avviene la seconda selezione.
Le nostre vigne custodiscono un segreto che è sintesi tra terreno limo-argilloso, località semicollinare (trecento metri sul livello del mare) e forte escursione termica tra le ore diurne e notturne; oscillazione che conferisce freschezza al vino, concentrazione delle sostanze aromatiche nelle bucce ed elevata qualità gusto-olfattiva.